Categoria: Curriculum Ethics
Dibattito studenti-docenti
PRO & CONTRO è un progetto nato dalla collaborazione tra studenti, dottorandi, ricercatori e docenti legati all’UniversitĂ di Pavia e/o attivi presso l’Ateneo pavese, l’UniversitĂ degli Studi di Milano, l’UniversitĂ degli Studi di Torino, l’UniversitĂ degli Studi di Genova e il King’s College di Londra. Ispirato alla Debating Society della Oxford Union, e alla versione didattica sperimentata dal professor Ian Carter nel suo corso di Filosofia Politica, Pro & Contro è un ciclo di dibattiti formali volto a discutere alcuni tra i problemi piĂą attuali dell’etica e della politica in una maniera non consueta. Quattro serate, quattro dibattiti in cui tanto le squadre quanto il pubblico avranno una parte attiva. Un’esperienza formativa, ma anche un piccolo spettacolo a tutti gli effetti, da non perdere.
Martedì 19 marzo, ore 18.00, Aula Volta:
“La mutilazione genitale femminile è moralmente ammissibile nelle societĂ contemporanee”
PRO:
Prof. Sergio Filippo Magni (UniversitĂ degli Studi di Pavia)
Dott.ssa Giulia Balossino (UniversitĂ degli Studi di Pavia)
CONTRO:
Prof. Corrado Del Bò (Università degli Studi di Milano)
Dott. Gabriele Tassinari (FINO, UniversitĂ degli Studi di Torino)
Martedì 26 marzo, ore 18.00, Aula Volta:
“Le forme di democrazia diretta (referendum) sono giustificate come rimedi alla disaffezione alla partecipazione politica”
PRO:
Prof.ssa Emanuela Ceva (UniversitĂ degli Studi di Pavia)
Dott. Lorenzo Testa (UniversitĂ degli Studi di Pavia)
CONTRO:
Prof.ssa Giulia Bistagnino (UniversitĂ degli Studi di Milano)
Dott. Giacomo Marossi (FINO, UniversitĂ degli Studi di Torino)
Martedì 2 aprile, ore 18.00, Aula Volta:
“Il reddito universale e incondizionato è il miglior sistema redistributivo”
PRO:
Prof. Michele Bocchiola (UniversitĂ degli Studi di Pavia)
Dott.ssa Sandra Innamorato (UniversitĂ degli Studi di Pavia)
CONTRO:
Prof.ssa Francesca Pasquali (UniversitĂ degli Studi di Milano)
Dott.ssa Costanza Porro (King’s College of London)
Martedì 9 aprile, ore 18.00, Aula Volta:
“Una democrazia liberale non puĂą chiudere i propri confini”
PRO:
Prof. Ian Carter (UniversitĂ degli Studi di Pavia)
Dott.ssa Laura Santi Amantini (FINO, UniversitĂ degli Studi di Genova)
CONTRO:
Prof. Nicola Riva (UniversitĂ degli Studi di Milano)
Dott. Giulio Fornaroli (King’s College of London)
REGOLE PER IL DIBATTITO FORMALE
Ci sono due squadre, ciascuna composta da due persone. Scopo del dibattito è convincere il pubblico che la mozione sia da condividere / da respingere.
1. Il presidente annuncia la mozione e presenta chi parlerĂ .
2. Parlano:
– il primo proponente, per un massimo di 10 minuti;
– il primo oppositore, per un massimo di 10 minuti;
– il secondo proponente, per un massimo di 8 minuti;
– il secondo oppositore, per un massimo di 8 minuti.
Il presidente usa un timer preciso e applica rigidamente i limiti di tempo.
Dal primo oppositore in poi, si può, se si vuole, già rispondere a punti sollevati in discorsi precedenti.
Non sono permessi gli argomenti ad hominen (vale a dire, argomenti la cui validità dipende dallo screditare i parlanti avversari anziché dalla confutazione delle loro argomentazioni).
Il presidente può interrompere un discorso, se lo ritiene necessario. Gli unici motivi permessi per l’interruzione sono:
(a) informazione: per correggere o fornire un’informazione puramente fattuale;
(b) mozione di ordine: qualora si ritenga che chi parla abbia fatto qualcosa di scorretto (per es, manipolando ingiustamente il significato della mozione o presentando un argomento ad hominem).
3. Dopo i quattro interventi il presidente apre il dibattito al pubblico per circa 30 minuti. Il presidente accetta le richieste di intervento, interrompe i discorsi eccessivamente lunghi e non tollera interruzioni o interventi spontanei.
4. Il presidente invita a fare un discorso riassuntivo:
– i proponenti, per un massimo di 10 minuti;
– gli oppositori, per un massimo di 10 minuti.
Per il discorso riassuntivo, sta ai due membri della squadra decidere come dividere il tempo a disposizione.
5. Il pubblico vota, e il presidente annuncia i vincitori.